Ultime novità sul SMND che ancora non c’è

 

Pubblichiamo volentieri un aggiornamento sullo stato dell’iter istitutivo dell’SMND inviatoci da Frank Marzano,  uno dei portavoce del Gruppo di Lavoro SMND.

“Cari colleghi,

vi scrivo a scopo di informazione riguardo l’istituzione del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND).

Questa iniziativa parte dell’idea che occorra dare la più ampia visibilità e conoscenza su questo sforzo di istituzione del SMND, iniziato l’anno scorso, al fine di rendere la comunità nazionale consapevole dei propri mezzi e determinata nello realizzare questa opportunità che NON PUO’ PIU’ ASPETTARE.

Scopo non secondario è quello di rendere trasparente e partecipato questo iter di costruzione SMND, non alimentando fonti di seconda mano e informazioni distorte.

Questo messaggio è inviato via posta-e a tutti i potenziali interessati che operano a vario titolo nei vari centri di interesse meteo-climatologico sul territorio nazionale (e.g., USAM, ARPA, DPC, Centri Funzionali Regionali, ISPRA,Università, Enti di Ricerca, ListaPDT, …). Ognuno di voi è libero di farlo circolare e diffonderlo all’interno delle vostre strutture per creare dibattiti, discussioni e/o proposte.

L’iniziativa (ma non necessariamente i contenuti di questo messaggio,NdR) è condivisa dal Gruppo di Lavoro (GdL-SMND), istituito dal Dip. della Protezione Civile (DPC) il 27.2.2013, che ha concluso i suoi lavori il 13.9.2013 inviando la proposta al Capo del DPC, dott. Gabrielli, che l’ha poi inoltrata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ovvero ai suoi Dipartimenti legali (in particolare al DAGL, Dip. Affari Giuridici e Legali).

Nell’ultimo anno e mezzo si sono succeduti vari governi in questo paese e ciò ha avuto un impatto non irrilevante sull’iter legislativo del decreto SMND.

Attualmente, la proposta di decreto SMND dovrebbe essere stata emendata dal DAGL e in attesa di essere presentata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

In allegato troverete:

1. proposta di bozza di decreto SMND con introduzione, colonna testuale a sinistra e colonna di commenti esplicativi a destra;

2. schema preliminare proposto della struttura organizzativa SMND

 

Evito ogni commento specifico ulteriore su quanto allegato, aspettando vostre reazioni sperabilmente costruttive. Mi permetto solo di notare che:

– la *natura DISTRIBUITA *del Servizio Meteorologico sia oggi in Italia un po’ come la democrazia (“la migliore delle soluzioni peggiori”, W.Churcill); in realtà, per certi aspetti il modello DISTRIBUITO è connaturato con la storia di questo paese, crogiolo di multiformi “particolarismi” (Guicciardini) ma anche di variegate “identità” (Calvino).

– l’*organizzazione concreta *e l’implementazione di SMND è un lavoro in corso e uno scenario aperto; la divisione in Sezioni Tematiche può corrispondere all’articolazione in Dipartimenti del modello tedesco del DWD (più affine a SMND di altri modelli centralisti come quello francese) e queste stesse Sezioni possono essere organizzate in Uffici
Territoriali e Sedi Tematiche.

– la *sviluppo di SMND *dovrebbe essere attuato in 2 fasi, in realtà, rappresentando il Decreto in allegato la fase 1 di messa a sistema delle risorse/assetti di enti distinti e la fase 2 la creazione di un unico ente nazionale distribuito con personale afferente al solo SMND; la problematica della confluenza del personale da vari enti, la loro
equiparazione e le procedure di organizzazione del lavoro rimangono nodi da sciogliere in fase attuativa, ovviamente.

– le *risorse/assetti* attuali di SMND sono tutt’altro che irrisorie: una stima di massima, che include servizi nazionali e regionali, supera ampiamente i 100 MEuro annui. Il requisito fondamentale imposto all’operazione SMND è che il bilancio annuale sia invariante per cui è da escludere (per il momento) la richiesta di nuovi fondi ad hoc, a meno
di investimenti strutturali.

La *sfida*, ormai diventata un impegno generazionale, è quella di creare un *SISTEMA NAZIONALE pubblico, autorevole e condiviso*, che razionalizzi le risorse esistenti e svolga il servizio di responsabilità civile/penale verso tutti i cittadini.

Per entrare nel concreto, alcuni passi futuri verso SMND sono in fieri:
*- circolazione del testo SMND*, redatto dal GdL e schematizzato da opportuno diagramma (coord.: F.S. Marzano, C. Cacciamani)

**- **conferenza presso Roma, ISPRA **sulla “Servizi di climatologia operativa”, data da definire (org.: B. De Bernadinis)

*- **conferenza presso Bologna, ARPA-EMR *sulla “Figura professionale del meteorologo”, 2.10.2014 (org.: C. Cacciamani)

*- conferenza presso Roma**, Sapienza* Fac. Ingegneria su “Radar meteorologia in Italia: stato e prospettive verso il Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito”, 17-18.11.2014 (org.: F.S. Marzano)

*Ogni iniziativa* a scala nazionale e regionale che voglia contribuire al dibattito e alla creazione del SMND e *ogni forma di pressione*politico-istituzionale a livello locale e statale a favore di SMND non potrà che essere benvenuta.

Per aspera ad astra,
Frank //”

La Camera chiede informazioni sul SMND

Il 23 Aprile 2014 è stata depositata un’interrogazione parlamentare sull’iter legislativo del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito che a quasi due anni dalla sua presunta attuazione, stabilita con la legge 100 del Luglio 2012, non è ancora stato formalmente istituito. L’interrogazione è stata presentata dal deputato Giovanni Paglia, coadiuvato dal Forum Ambiente di SEL Bologna.

In particolare, dopo un’articolata premessa che motiva la richiesta, evidenziando i benefici che tale struttura apporterebbe al paese, viene richiesto al Ministero dell’Ambiente, destinatario per conto del Governo: “quali siano i motivi dell’insostenibile ritardo nell’emanazione del suddetto decreto istitutivo del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito (SMND), e se non ritenga improcrastinabile la sua approvazione.”

Speriamo che l’azione sinergica dei vari enti tecnici regionali e delle forze politiche possa definitivamente accelerare questo processo che al momento è fermo al palo, senza che peraltro ci siano informazioni precise sui motivi che ostacolano la sua costituzione.  Seguiranno aggiornamenti non appena giungerà una risposta.

Link al testo in PDF, più leggibile

Le anomalie meteorologiche di questi mesi spiegate da UK MetOffice

Le cronache di questi giorni sono particolarmente ricche di notizie sul maltempo che ha colpito e continua a colpire, in maniera persistente da due mesi, numerose regioni del globo. Siccità in California, freddo e neve negli Stati Uniti orientali e in Giappone, piogge incessanti e tempeste di vento in Gran Bretagna. Anche nel centro nord Italia si sono verificate anomalie molto significative di piogge, come testimoniano le numerose piene che hanno colpito la Toscana, l’ Emilia-Romagna e il Veneto e le abbondanti nevicate sulle Alpi.  Secondo uno studio condotto dal MetOffice, il servizio meteorologico inglese, e illustrato dalla BBC,  con interviste a scienziati esperti di circolazione atmosferica, come Brian Hoskins (Imperial College) e Julia Slingo (MetOffice), queste anomalie sono legate fra di loro e traggono origine da una persistente alterazione della corrente a getto, il nastro trasportatore delle perturbazioni atmosferiche.  Credo che questo approfondimento sia un ottimo esempio di comunicazione prodotto da una televisione pubblica che,  attingendo a fonti autorevoli , spiega in maniera comprensibile e interessante, contenuti di altissimo valore scientifico (spesso censurati dai mass-media italiani ndr), contribuendo ad elevare le conoscenze del grande pubblico sul rapporto che esiste fra cambiamento climatico e eventi estremi.  Un esempio da seguire credo. Buona visione.

L’Italia si sbriciola

Diciannove novembre 2013. Mentre scrivo il bilancio della devastante ondata di maltempo che ha colpito ieri la Sardegna si fa sempre più grave di ora in ora. Il numero di morti sfiora i 20, migliaia le famiglie senza casa, incalcolabili per ora i danni alle infrastrutture con la viabilità pesantemente compromessa per frane e cedimenti di numerosi ponti. Questi sono gli effetti di una serie di sistemi temporaleschi, rimasti stazionari per circa 12 ore, che hanno scaricato più di 300mm, quasi l’equivalente delle piogge di un semestre, su zone piuttosto ampie dell’isola, con punte registrate dagli strumenti di 450mm in 12h nei pressi di Orgosolo. Successivamente, l’ampia depressione nella quale erano inseriti questi sistemi convettivi, con il persistere su mar Mediterraneo ormai sempre più caldo, ha assunto caratteristiche simili ai cicloni tropicali, con i temporali che si sostituiscono alle bande di precipitazione stratiforme, dando luogo ad un cosiddetto Medicane in gergo meteorologico, cugini minori dei cicloni tropicali.

Questo appunto non è la descrizione di uno scenario futuro ma è quello che fisicamente già sta succedendo con una rapida intensificazione delle precipitazioni nella stagione autunnale-invernale sul bacino del Mediterraneo. Le recenti drammatiche alluvioni della Sardegna colpiscono per l’estensione territoriale, ma questi eventi possiamo darli come acquisiti nella fenomenologia tipica dell’autunno dei prossimi anni. Esempi recenti con quantitativi simili non mancano negli ultimi anni: Continua a leggere

Il manifesto dei meteorologi italiani

Già da qualche tempo c’era fermento tra i meteorologi che lavorano per i vari Enti Istituzionali in Italia. Alcuni di loro hanno cominciato a scambiarsi opinioni tramite una mailing list, a condividere il bisogno di vedere riconosciuta la propria professionalità, di marcare le distanze rispetto a un mercato selvaggio fatto di allarmismi e scoop. Nasce così, dopo settimane di riflessioni e discussioni, il manifesto in sette punti “Io sono un meteorologo”. Quella pubblicata è la versione 17.0, e già da questo si intuisce la fatica e l’impegno per definirsi, darsi delle regole, trovare un denominatore comune.

Il manifesto è stato presentato all’Aquila, in occasione dell’undicesima edizione della Scuola Internazionale di Fisica dell’Atmosfera ISSAOS. Nel comunicato che lo accompagna si legge

Il Manifesto nasce dalla annosa mancanza di regolamentazione nel settore della meteorologia, che la legge per il riordino della protezione civile (decreto legge n.59 del 14-05-2012, convertito in legge n. 100 del 12-07-2012) si propone di colmare con la creazione di un Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito, una nuova organizzazione ancora da realizzare e rendere operativa. All’interno di questo vuoto, sono proliferati numerosi servizi meteorologici provenienti dal web e che tramite internet hanno raggiunto una notevole popolarità, spesso utilizzando logiche commerciali e linguaggi allarmistici volti allo scoop per la diffusione delle informazioni meteorologiche.

Sono già molti i meteorologi che hanno firmato il Manifesto. Il Prof.Frank Marzano (direttore del Centro di Eccellenza di Telerilevamento e Modellistica numerica per la Previsione di eventi Severi – Università degli Studi dell’Aquila) ha dato il suo sostegno:

“si tratta di un attestato di serietà da parte di chi si impegna quotidianamente per comunicare le previsioni meteorologiche utilizzando gli strumenti più aggiornati ed una esperienza pluriannuale maturata sul territorio. Iniziative come queste, insieme alla costituzione del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito, non vogliono certo limitare il mercato, ma chiarire i ruoli istituzionali a vantaggio della comunità”

Nella sostanza, su alcuni passaggi di questa carta d’intenti sono già state espresse da qualcuno perplessità e prese di distanza. Bene! Un documento che mette d’accordo proprio tutti, di solito è frutto di un’annacquamento delle intenzioni e dell’entusiasmo. Ma la vera rivoluzione è che esiste una comunità di meteorologi italiani che si percepisce come tale, al di là della frammentazione territoriale e amministrativa, e che è pronta a lavorare per un obiettivo comune. Si potrebbe immaginare un Servizio Meteo Nazionale senza questa premessa?

Segnali di vita

Pare che a Roma ci sia finalmente un

gruppo di lavoro costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento della Protezione civile), incaricato di predisporre uno schema di decreto per l’attuazione del “Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito”

Ne dà notizia Arpa Emilia-Romagna.

Oltre ai componenti interni al Dipartimento della Protezione civile, il gruppo di lavoro, coordinato dal Presidente di Ispra Bernardo De Bernardinis, fanno parte del gruppo altri sei componenti esterni al Dipartimento

Aspettiamo.

informazione resiliente

un fiorente movimento tra componenti quali imprese, comunità e amministrazioni per migliorare la propria abilità di rispondere e riprendersi velocemente da eventi catastrofici come i disastri naturali

In una parola, resilienza. Parla di comunicazione resiliente l’interessante articolo di Elena RapisardiPhD candidate al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino.

La fragilità dei nostri sistemi economici, sociali, urbani è evidente, non solo perché è in atto il cambiamento climatico.
Quindi essere resiliente significa essere in grado di reagire agli eventi perché si è informati, consapevoli e responsabili.
Conoscere il territorio, conoscere i rischi ad esso connessi, sapere cosa fare prima, durante e dopo, essere pronti e coinvolti: questi gli strumenti per ridurre l’impatto di eventi che sono e rimangono naturali, ma che diventano disastri quando colpiscono le vulnerabilità fisiche, sociali economiche e ambientali causate da una errata gestione del territorio. Errata perché lontana dall’idea di sviluppo sostenibile.

Essere pronti significa essere informati. Dunque, la gestione dell’informazione è fondamentale.

Oggi la comunicazione non è più unicamente quella degli uffici stampa, dei comunicati, delle dichiarazioni. Siamo entrati in una nuova era e dobbiamo tutti imparare e prendere le giuste misure con i nuovi media e i nuovi linguaggi della comunicazione. La comunicazione ha subito un’accelerazione. Si stanno superando i limiti di velocità? Sì a volte accade, ma allora cosa bisogna fare?
Bisogna che anche la comunicazione diventi Informazione Resiliente.

Mi fermo qui, e vi invito a leggere l’articolo completo.

SMND: cominciamo dai radar

Dagli Stati Uniti ci arriva il contributo di Michele Galletti, che ha preparato la sua tesi di laurea al servizio meteo regionale di Arpa Emilia-Romagna, e oggi lavora al Brookhaven National Laboratory del Department of Energy.

Precisiamo che qui Michele esprime opinioni personali, non posizioni ufficiali del BNL-DoE.

Se avete un Mac (o iPhone o iPad), scaricate Radarscope, è un’applicazione che trovate sull’Apple Store [disponibile anche per Android, ndr]. Cliccate, e avrete in tempo reale i prodotti della rete radarmeteorologica americana (NEXRAD): riflettività, velocità, riflettività differenziale, coefficiente di correlazione copolare, specific differential phase. Nelle figure un po’ di esempi da ieri sera, quando il Nor’Easter (battezzato Nemo da The Weather Channel) ha spazzato Long Island e il New England.

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Non è un corso di radarmeteorologia, quindi non discutiamo queste immagini. Ciò che è significativo sono due cose:

Uno: la facilità con cui e possibile ottenere immagini (NEXRAD Level 3 radar data), ed imparare, fare diagnosi, informare. Per tutti, semplici cittadini, insegnanti, amanti di sport all’aria aperta.

Due: il concetto, ovvio, che i fenomeni atmosferici se ne fregano dei confini comunali, provinciali e regionali. Anche nazionali ovviamente. Basare le competenze sulle regioni è strutturalmente mortale.
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